Kawasaki Ki-61 "Tony"
Inviato: 11 giugno 2012, 23:51
Kawasaki Ki-61
Kawasaki Ki-61 (川崎 キ-61 Kawasaki ki rokujūichi?) identificato anche come Aereo da caccia Tipo 3 ( 三式戦闘機 San-shiki sentōki?) e con il nome popolare Hien (飛燕, "Rondine"), nome in codice alleato Tony, era un aereo da caccia prodotto dall'azienda giapponese Kawasaki Heavy Industries ed impiegato durante la seconda guerra mondiale .
Fu l'unico tipo di caccia nipponico ad essere equipaggiato con un propulsore in linea raffreddato a liquido, basato sullo stesso motore tedesco - costruito su licenza dalla Kawasaki - che equipaggiava il Messerschmitt Bf 109 e i Macchi M.C. 202 e M.C.205. Proprio la somiglianza con i caccia tedeschi ed italiani con motori in linea confuse i primi piloti americani che incontrarono i Ki-61, che vennero in un primo momento scambiati per Bf 109. Successivamente vennero identificati con caccia italiani e proprio questa seconda errata identificazione spinse lo United States Department of War ad attribuirgli il nome in codice di "Tony".[1]
Oltre 2.500 di questi caccia vennero prodotti. I primi entrarono in azione in Nuova Guinea, nel 1943. Venne impiegato fino alla fine del conflitto.[2]
Descrizione tecnica
Il Ki-61, progettato dall'ing. Takeo Doi, era un caccia di concezione assai convenzionale, interamente metallico ad esclusione delle superfici di controllo di coda e dell'ala, che erano intelate (sia per la leggerezza che per la maggiore elasticità). La fusoliera aveva un aspetto slanciato ed armonioso, più che in qualunque altro caccia giapponese, con una parte posteriore molto più lunga di quanto si vedeva già da un anno con il Macchi M.C.202 italiano. La superficie alare era assai superiore rispetto al velivolo summenzionato, 20 m², che lo portavano al livello di uno Spitfire o un Reggiane Re.2000. Questo era raggiunto con l'ala di forma semplice, di tipo trapezoidale, sebbene di grande apertura ed allungamento. Effettivamente, l'apertura alare era elevata per le dimensioni della macchina, e sia questa che la superficie alare erano paragonabili a quelle degli Zero, che peraltro avevano una struttura del tutto dissimile. Data l'ala di grande allungamento, la velocità di rollio era verosimilmente più bassa di altre macchine della classe, ma dato il peso piuttosto elevato del Ki-61 di serie non vi erano alternative pratiche ad un'ala di questo tipo.
Nel muso era collocata l'unità propulsiva, il motore Ha-40, con la sua elica, tripala metallica a giri costanti, protetta da una profilata ogiva. Sopra e dietro il motore esisteva il comparto armamento, poi veniva l'abitacolo con un parabrezza molto profilato dotato di blindovetro, tettuccio "quasi a goccia" per un'ottima visibilità e seggiolino blindato con 13 mm di acciaio. Il serbatoio principale era dietro il pilota come nel caso del Bf 109 (anziché davanti, come nel Macchi e nello Spitfire, il che spiega la differenza nelle proporzioni della fusoliera); infine vi erano i piani di coda, molto ampi e di struttura trapezoidale.
Il carrello d'atterraggio era totalmente retrattile, le ali contenevano sia i suoi elementi principali che due delle armi, mentre il sistema di raffreddamento era sistemato sotto l'abitacolo del pilota con un grande radiatore fisso.
Come ultima nota, va ricordato che il muso dell'aereo aveva la sommità colorata di nero opaco in funzione antiriflesso, utile soluzione che all'epoca era certamente all'avanguardia. Il resto della macchina aveva generalmente una colorazione chiara con striature verdi, spesso aggiunte sopra la tinta da superiorità aerea originaria.
Versioni
Il Ki-61 era essenzialmente una macchine monoversione, a parte il fallimentare Ki-61-II, e le sottoversioni erano essenzialmente differenziate dal diverso armamento e dai conseguenti aumenti di peso.
Ki-61: prototipo, due mitragliatrici da 12,7 mm nel muso e due da 7,7 mm nelle ali; peso tra 2.238 e 2.950 kg.
Ki-61-ko: stesso armamento e peso, velocità massima di 590 km/h a 6.000 m, tempo di salita a 5.000 m di 6 minuti.
Ki-61-otsu: quattro mitragliatrici calibro 12,7 mm, peso massimo di 3.130 kg.
Ki-61-I-KAI-hei: due cannoni Ho-3 calibro 20 mm e due da 12,7 mm nel muso. Peso a vuoto di 2.630 kg, a pieno carico arrivava a 3.470 kg (paragonabile a quella dei caccia europei con il DB-605), velocità massima 580 km/h a 5.000 m e tempo di salita a tale quota di 7 minuti.
Ki-61-Kai-tei: due cannoni calibro 30 mm anti-bombardiere: non ebbe successo a causa dei pesi elevati.
Ki-61-II-KAI: motore Kawasaki Ha-140 da 1.400 cavalli, 610 km/h e 6 minuti per raggiungere i 6.000 metri. In origine aveva anche una nuova ala di 22 m², ma a causa di inaspettati problemi nel comportamento in volo si ritornò a quella precedente, peraltro con notevole successo.
Kawasaki Ki-100 Hien: ulteriore evoluzione con un motore ancora diverso, ritornando ad affidarsi ad un radiale, che rese possibile sfruttare la struttura della macchina, fondamentalmente adatta a ricevere maggiore potenza. La velocità non aumentò di molto, a causa della maggiore resistenza aerodinamica, ma migliorarono le altre qualità, inclusa la maneggevolezza e la salita.
Kawasaki Ki-61 (川崎 キ-61 Kawasaki ki rokujūichi?) identificato anche come Aereo da caccia Tipo 3 ( 三式戦闘機 San-shiki sentōki?) e con il nome popolare Hien (飛燕, "Rondine"), nome in codice alleato Tony, era un aereo da caccia prodotto dall'azienda giapponese Kawasaki Heavy Industries ed impiegato durante la seconda guerra mondiale .
Fu l'unico tipo di caccia nipponico ad essere equipaggiato con un propulsore in linea raffreddato a liquido, basato sullo stesso motore tedesco - costruito su licenza dalla Kawasaki - che equipaggiava il Messerschmitt Bf 109 e i Macchi M.C. 202 e M.C.205. Proprio la somiglianza con i caccia tedeschi ed italiani con motori in linea confuse i primi piloti americani che incontrarono i Ki-61, che vennero in un primo momento scambiati per Bf 109. Successivamente vennero identificati con caccia italiani e proprio questa seconda errata identificazione spinse lo United States Department of War ad attribuirgli il nome in codice di "Tony".[1]
Oltre 2.500 di questi caccia vennero prodotti. I primi entrarono in azione in Nuova Guinea, nel 1943. Venne impiegato fino alla fine del conflitto.[2]
Descrizione tecnica
Il Ki-61, progettato dall'ing. Takeo Doi, era un caccia di concezione assai convenzionale, interamente metallico ad esclusione delle superfici di controllo di coda e dell'ala, che erano intelate (sia per la leggerezza che per la maggiore elasticità). La fusoliera aveva un aspetto slanciato ed armonioso, più che in qualunque altro caccia giapponese, con una parte posteriore molto più lunga di quanto si vedeva già da un anno con il Macchi M.C.202 italiano. La superficie alare era assai superiore rispetto al velivolo summenzionato, 20 m², che lo portavano al livello di uno Spitfire o un Reggiane Re.2000. Questo era raggiunto con l'ala di forma semplice, di tipo trapezoidale, sebbene di grande apertura ed allungamento. Effettivamente, l'apertura alare era elevata per le dimensioni della macchina, e sia questa che la superficie alare erano paragonabili a quelle degli Zero, che peraltro avevano una struttura del tutto dissimile. Data l'ala di grande allungamento, la velocità di rollio era verosimilmente più bassa di altre macchine della classe, ma dato il peso piuttosto elevato del Ki-61 di serie non vi erano alternative pratiche ad un'ala di questo tipo.
Nel muso era collocata l'unità propulsiva, il motore Ha-40, con la sua elica, tripala metallica a giri costanti, protetta da una profilata ogiva. Sopra e dietro il motore esisteva il comparto armamento, poi veniva l'abitacolo con un parabrezza molto profilato dotato di blindovetro, tettuccio "quasi a goccia" per un'ottima visibilità e seggiolino blindato con 13 mm di acciaio. Il serbatoio principale era dietro il pilota come nel caso del Bf 109 (anziché davanti, come nel Macchi e nello Spitfire, il che spiega la differenza nelle proporzioni della fusoliera); infine vi erano i piani di coda, molto ampi e di struttura trapezoidale.
Il carrello d'atterraggio era totalmente retrattile, le ali contenevano sia i suoi elementi principali che due delle armi, mentre il sistema di raffreddamento era sistemato sotto l'abitacolo del pilota con un grande radiatore fisso.
Come ultima nota, va ricordato che il muso dell'aereo aveva la sommità colorata di nero opaco in funzione antiriflesso, utile soluzione che all'epoca era certamente all'avanguardia. Il resto della macchina aveva generalmente una colorazione chiara con striature verdi, spesso aggiunte sopra la tinta da superiorità aerea originaria.
Versioni
Il Ki-61 era essenzialmente una macchine monoversione, a parte il fallimentare Ki-61-II, e le sottoversioni erano essenzialmente differenziate dal diverso armamento e dai conseguenti aumenti di peso.
Ki-61: prototipo, due mitragliatrici da 12,7 mm nel muso e due da 7,7 mm nelle ali; peso tra 2.238 e 2.950 kg.
Ki-61-ko: stesso armamento e peso, velocità massima di 590 km/h a 6.000 m, tempo di salita a 5.000 m di 6 minuti.
Ki-61-otsu: quattro mitragliatrici calibro 12,7 mm, peso massimo di 3.130 kg.
Ki-61-I-KAI-hei: due cannoni Ho-3 calibro 20 mm e due da 12,7 mm nel muso. Peso a vuoto di 2.630 kg, a pieno carico arrivava a 3.470 kg (paragonabile a quella dei caccia europei con il DB-605), velocità massima 580 km/h a 5.000 m e tempo di salita a tale quota di 7 minuti.
Ki-61-Kai-tei: due cannoni calibro 30 mm anti-bombardiere: non ebbe successo a causa dei pesi elevati.
Ki-61-II-KAI: motore Kawasaki Ha-140 da 1.400 cavalli, 610 km/h e 6 minuti per raggiungere i 6.000 metri. In origine aveva anche una nuova ala di 22 m², ma a causa di inaspettati problemi nel comportamento in volo si ritornò a quella precedente, peraltro con notevole successo.
Kawasaki Ki-100 Hien: ulteriore evoluzione con un motore ancora diverso, ritornando ad affidarsi ad un radiale, che rese possibile sfruttare la struttura della macchina, fondamentalmente adatta a ricevere maggiore potenza. La velocità non aumentò di molto, a causa della maggiore resistenza aerodinamica, ma migliorarono le altre qualità, inclusa la maneggevolezza e la salita.